Storia e tradizioni in Polinesia Francese

Nel 1767, quando Louis-Antoine de Bougainville scopre Tahiti (Link esterno) , non resta che per una decina di giorni su quest’isola che soprannomina la “Nuova Cytherea”, in omaggio all’accoglienza calorosa e alle dolci usanze tahitiane. Il racconto che farà del suo scalo contribuirà alla creazione del mito del paradiso polinesiano.

In effetti l’ospitalità polinesiana è leggendaria. Corone di fiori di tiara sono offerte ai visitatori appena atterrano all’aeroporto.

Da qualche anno, il popolo polinesiano ha saputo valorizzare la propria identità riportando in vita numerose tradizioni.

Radicata nella notte dei tempi, il ballo e la musica in Polinesia sono un vero mezzo di comunicazione. Trasmesse dalla tradizione orale, tra valli isolate ed atolli sperduti, queste tradizioni si esprimono oggi con ritrovata forza (“Haka” delle Isole Marchesi (Link esterno) , Tamure, Himene, Ori, ecc.).

Potenza e fascino, gesti simbolici e bellezza degli ornamenti (abiti, corone e fiori) caratterizzano queste arti che trovano espressione in occasione di feste e cerimonie e il cui culmine è rappresentato da Heive i Tahiti a luglio. Questo evento annuale è anche l’occasione per festeggiare sport ed artisti. I più coraggiosi si scontreranno durante prove tradizionali particolarmente fisiche: sollevare pietre, salire su palme da cocco, lancio del giavellotto, corsa portando frutta, preparazione di copra, preparazione di cocco e le immancabili gare di piroga nella laguna. Ogni anno, questa grande manifestazione permette anche agli artisti polinesiani di presentare le loro opere più belle in occasione di un’esposizione artigianale.

Le arti tradizionali sono molteplici e variegate: le tapas delle isole Marchesi (stoffe realizzate a partire da corteccia decorata con motivi tradizionali), le madreperle incise delle isole Tuamotu (Link esterno) , le noci di cocco, il i****tīfaifai (patchwork dai colori vivaci e motivi floreali) il pāreau di cotone con motivi di ibisco, gli articoli di vimini e gli intrecci di canestri e cappelli.

Gli amanti della storia e dell’arte non possono perdersi i vari musei di Tahiti che ripercorrono l’insieme delle tradizioni: il museo di Tahiti e le sue Isole, il museo della perla di Robert Wan, il museo delle conchiglie, così come il museo Paul Gauguin.

Leggende e rituali sacri dedicati agli dei polinesiani precedenti al culto cristiano, come il dio Oro e il dio Hiro, erano celebrati nelle Marae, luoghi cerimoniali sacri o che facevano da cornice all’incoronazione di un re tribale. Si trovano ancora le vestigia di pietra.

Lo sapevi?

L’arte del tatuaggio polinesiano
È il termine polinesiano che ha dato il nome alla pratica del tatuaggio. La parola deriva dal tahitiano “tatau”, che significa segnare, disegnare e colpire, e deriva dall’espressione “Ta-atua”. La radice della parola, “ta”, significa “disegno”, mentre “atua” significa “spirito, dio”.

Per le popolazioni del Pacifico, è qualcosa di più che un desiderio estetico: possiede un proprio linguaggio e definisce lo status sociale dell’individuo. Testimonianza del passaggio di prove iniziatiche o di ruoli chiave nella comunità, i tatuaggi rivendicano oggi personalità, fierezza e l’appartenenza ad un clan o ad un’isola (Isole Marchesi o Bora Bora).

Numerosi i turisti che tornano con un tatuaggio “made in Polinesia”. Il festival “Tatau i Tahiti tattoonesia” è un evento annuale che riunisce a novembre a Papeete i migliori tatuatori della Polinesia, delle isole del Pacifico e del resto del mondo e oltre 15.000 visitatori.

Da non perdere

Vivere alla polinesiana: per vivere un’esperienza unica e momenti autentici con i tahitiani, gli alloggi famigliari ti propongono di condividere la vita quotidiana degli abitanti tra pesca, cucina e intrecci, ecc. Oltre 250 stabilimenti (pensioni, b&b, faré e sistemazioni famigliari) offrono la possibilità di vivere come i tahitiani.

Papeete