“La moda è per la francia ciò che le miniere d’oro del Perù sono per la Spagna”: aveva visto lontano Jean Baptiste Colbert, ministro del Re Sole, celebrando l’importanza della moda francese già nel XVII secolo.
Ai sarti di corte all’haute couture e al prêt-à-porter
La moda è inizialmente appannaggio della corte degli aristocratici, un simbolo di classe. Non a caso uno dei maggiori testimonial della moda fu proprio il Re Sole Luigi XIV che impose comportamenti e stili a tutta la nobiltà, le scarpe col tacco (rosso solo per il re), il cosiddetto "habit à la française", copiato in tutta Europa, mentre le dame indossavano il “panier”, sottogonna che dava all'abito una forma piatta e ovoidale, e più tardi la “robe à la française”, con lungo manto a strascico. Sotto Maria Antonietta, prima della rivoluzione, è una modista, Rose Bertin, a essere nominata dalla sovrana Ministro della Moda. Ma bisogna arrivare all’800 per una vera rivoluzione, con l’avvento del padre dell’alta moda Charles Frederick Worth, inglese trasferitosi a Parigi e diventato il sarto personale dell’imperatrice Eugenia. La Chambre Syndicale de la Couture et de la Confection pour Dames, inaugurata nel 1868, conferma la posizione di primato di Parigi e della Francia nel mondo della moda. Persino il vocabolario internazionale della moda è francese: haute-couture, prêtà-porter… Nel ‘900 arrivano i nuovi sarti che cambiano radicalmente la moda: Dior con il new look, Chanel con la “petite robe noire”, i leggendari tailleur, le scarpe Chanel bicolori e senza tallone, Lanvin, Jean Paul Gaultier, Pierre Cardin, Azzedine Alaïa, Christian Lacroix… Fra tutti, vi raccontiamo la storia di Yves Saint Laurent, di cui ricorrono quest’anno i 10 anni dalla morte. Coltissimo, appassionato d'arte, fantasioso, è stato forse il più grande innovatore del look femminile. Ha vestito le donne con capi tradizionalmente maschili, come lo smoking, il trench, il tailleur pantalone, con un occhio al folklore e al mondo dell'arte, al pop, al cubismo, ai fauves.
Il Museo YSL a Parigi
Al n. 5 di Avenue Marceau, nel palazzo che è stato la sede storica dell’atelier di Yves Saint Laurent, è stato aperto lo scorso ottobre il Museo YSL. Un museo che ha mantenuto lo spirito dello studio creativo dello stilista Saint Laurent, dell’atelier in cui trascorreva le sue giornate lavorando alle collezioni, tra schizzi, rotoli di tessuti e cassetti pieni di perline e pizzi, arredi originali attorno a una collezione straordinaria e unica nel mondo dell’haute couture: cinquemila abiti di alta moda, quindicimila accessori, migliaia di disegni, schede, fotografie, oggetti. Il percorso retrospettivo inaugurale - visitabile fino a settembre 2018 - presenta una cinquantina di modelli iconici e di omaggio all’arte, con accessori, fotografie, video. E si entra anche nello studio di Yves Saint Laurent, cuore del processo creativo, a restituire in tutto e per tutto l’atmosfera della maison di alta moda. Da ottobre a gennaio 2019 la prima mostra tematica temporanea, dedicata all’Asia sognata di Yves Saint Laurent. Successivamente, la programmazione sarà sempre scandita da una mostra temporanea da ottobre a gennaio e il percorso retrospettivo da febbraio a settembre.
La pelletteria, un savoir-faire antico
Fin dal ‘500 è parte integrante della moda e un accessorio indispensabile, segno di ricchezza e prestigio. Alla metà del ‘700 viene creata in Francia la Manifattura Reale del Cuoio e nel 1835 nasce il termine “maroquinerie” - come si chiama in Francia - con un rimando preciso a una tradizione di lavorazione delle pelli arrivata dal Marocco. Ed è nel corso dell’800 che si diffonde l’artigianato del lusso e nascono le grandi maison come Hermès, fondata nel 1837, erede diretta del savoir-faire legato al mondo dell’equitazione, e Louis Vuitton, che nel 1854 apre la sua maison di produzione di valige di lusso per un’aristocrazia che scopre il turismo. Nel 1948 nasce un altro marchio oggi famoso, Longchamp, creato da Jean Cassegrain che con sua moglie gestiva a Parigi una bottega di pipe e astucci di cuoio. Il settore della pelle a poco a poco si espande e Cassegrain decide di creare un suo marchio cui dà il nome dell’ippodromo parigino di Longchamp, con il marchio di un cavallo al galoppo. Valigie e sopratutto borse diventano il punto di forza dell’azienda, con il grande successo della linea Le Pliage di borse pieghevoli: la borsa più venduta al mondo. Longchamp continua ad essere gestita dalla stessa famiglia, arrivata alla terza generazione e con il savoir-faire artigianale delle origini.
Yves Saint Laurent, una vita per la moda e l’arte
Non ha ancora 20 anni, quando nel 1955 diventa l’assistente di Christian Dior e ne ha solo 21 quando, alla morte dello stilista nel 1957, prende la direzione artistica della Maison Dior: la prima collezione, Trapezio, ha un successo straordinario. Nel 1958 l’incontro con Pierre Bergé, compagno di una vita, e la decisione di aprire una propria maison. Negli anni '60/'70 Saint Laurent rivoluziona la moda femminile, crea abiti per le dive e per il cinema, da Jeanne Moreau a Catherine Deneuve, e collezioni dedicate a grandi artisti: Mondrian, Picasso, Van Gogh… Attinge la sua ispirazione al Marocco, al Giappone, all’India, alla Russia, alla Cina… Nel 1974 apre la Maison di avenue Marceau dove resterà fino al 2002, quando decide di ritirarsi. Nel 2004 apre le porte la Fondazione Pierre Bergé-Yves Saint Laurent, scenario di mostre d’arte. Nel 2007 diventa Grand’Ufficiale della Legion d’onore. Muore a Parigi il 1° giugno del 2008.
Borse per lui e per lei
È la novità Longchamp per l’estate 2018: la borsa Mademoiselle Longchamp versione XS, una mini-bisaccia chic da utilizzare a tracolla o a spalla e la Zanzibar per lui, bisaccia-chic con due versioni di tracolla, nera o cognac.
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