Icona di stile e del “savoir vivre”

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Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 23 maggio 2023

Elegante e raffinata, Csaba dalla Zorza incanta per il suo bon ton contemporaneo che si esprime attraverso gesti, parole, armonia della tavola e semplicità in cucina.

Lei è conosciuta dal grande pubblico per i suoi programmi in TV, Cortesie per gli Ospiti su Real Time, The Modern Baker e Cook su Food Network. Attualmente direttore del mensile Marie Claire Maiso Italia, è la più importante food writer italiana con 21 libri all'attivo. Vincitrice per 6 volte dell'International Gourmand Award in Italia e di molteplici premi a livello internazionale. Appassionata di cucina, diplomata chef alla prestigiosa scuola Le Cordon Bleu di Parigi, un'autorità nell'arte del ricevere e della tavola. L'abbiamo incontrata per conoscere meglio la sua visione sulla cucina italiana e francese partendo dai prodotti tipici del territorio.

Lei è una grande ammiratrice della Francia. Quale regione o luogo pensa sia più vicino al suo stile di vita?

Se non fossi nata a Milano, vorrei essere parigina. Mi piace il grande fervore della città, amo il suo essere cosmopolita e al tempo stesso sempre fedele a se stessa, autentica, francese in tutto. Parigi è elegante, moderna e raffinata, ma saldamente ancorata alle sue radici storiche. Vorrei vivere in una piccola casa con le finestre che guardano gli alberi, in una traversa di un bel boulevard.

Quali territori francesi apprezza di più per i prodotti della terra?

Domanda difficile la Francia (come l'Italia!) è tutta buona. Ma se dovessi fare una lista, in cima ci sarebbe la Normandia per il burro di Isigny e il camembert, che è in assoluto il mio formaggio preferito - anche se per via di un fioretto che ho fatto 27 anni fa, ora me lo concedo solo dal 31 ottobre al 30 marzo. In Champagne è facile dire che amerei il vino. Sceglierei il Médoc per i vini rossi, che apprezzo particolarmente, insieme alle ostriche. E poi le cipolle dorate per la soupe à l'oignon che arrivano dalle Cévennes… una vera delizia. Per la carne, senza dubbio la razza Limousine!

Trova delle somiglianze tra i prodotti francesi e quelli italiani in cucina?

Sì certo, sono due Paesi volti all'agricoltura e all'allevamento con grandi eccellenze in entrambi i campi. Ne deriva un prodotto fresco di altissima qualità, spesso protetto e identificato, perché tradizionale. Sicuramente frutto di un savoir-faire unico al mondo.

Si dice spesso che i francesi abbiano un palato più raffinato degli italiani, perché sono abituati a preparazioni elaborate e sofisticate, mentre in Italia si punta soprattutto su piatti dai sapori più forti e di “carattere”. Cosa ne pensa? Penso che non sia vero, il palato raffinato è quello che sa riconoscere, che ha preferenze, che apprezza. Gli italiani e i francesi lo sono in modi diversi. A noi italiani piace ricercare il gusto sopraffino della semplicità, e non amiamo, per esempio, che in Francia si tenda a coprire tutto con salse e condimenti. I francesi, invece, amano i gusti stratificati, complessi, e utilizzano molti ingredienti per comporre le loro pietanze; quindi, non apprezzano magari la semplicità e la purezza di alcune preparazioni italiane. Ma è solo una questione di preferenza e di abitudine.

Cosa significa per lei cucina biologica?

Fidarmi di un'etichetta che non posso controllare. Vivo in città e ogni volta che investo il mio denaro per acquistare, per esempio, uova biologiche, una parte di me spera che la confezione dica il vero. Le leggi dovrebbero proteggerci, ma non sono certa che sia sempre davvero così.

Lei ha dichiarato di bere poco alcol. Conosce i vini francesi e italiani? Quali sceglie per accompagnare i suoi piatti preferiti?

Mi piace molto il vino, sia italiano che francese. Amo soprattutto i rossi, ma bevo anche i bianchi e i rosé. Limito la quantità di alcol perché desidero bere sempre in modo responsabile, per la mia salute.

Se immaginiamo un menù franco-italiano composto da un piatto della tradizione francese e uno della tradizione italiana, quale abbinamento suggerirebbe?

Potrei suggerire una delle mie combinazioni preferite: un piatto di pasta all'uovo ripiena, come i tortelli ricotta e limone, e poi a seguire una quiche lorraine, più corposa. Oppure un secondo tipicamente italiano, come un branzino al forno con le olive e, per concludere, una profumata tarte tatin con il gelato alla crema.

Ha una ricetta francese, facile da replicare, che vorrebbe proporre ai nostri lettori?

Adoro il clafoutis, che è anche perfetto per la primavera e l'estate. Vi lascio volentieri la mia ricetta per preparare quello alle ciliegie.

Clafoutis di ciliegie

Ingredienti per 8 fette 50 g di burro fuso 450 g di ciliegie intere 70 g di farina 65 g di zucchero 1 pizzico di sale 1 baccello di vaniglia 200 ml di latte 4 uova 1 cucchiaio di liquore all'arancia (io uso Cointreau) zucchero a velo burro a farina per lo stampo

Prepara uno stampo rotondo imburrato e infarinato e accendi il forno a 200°C. Lava, asciuga e disponi le ciliegie nello stampo. Puoi tenere il nocciolo ma devi ovviamente eliminare i gambi. Metti in una ciotola la farina, lo zucchero, il sale e i semini del baccello di vaniglia. Mescola e poi versa le uova, uno alla volta, intervallando con il latte. Per ultimi aggiungi il liquore e il burro fuso, lasciato intiepidire. Copri le ciliegie con l'impasto e inforna a 200°C per 15 minuti, poi abbassa il forno a 180°C e cuoci per altri 25 - 30 minuti. Il dolce è pronto quando lo vedrai leggermente gonfio, dorato in superficie. Togli il clafoutis dal forno e lascialo riposare per 2 ore prima di estrarlo dallo stampo. Servilo cospargendo la superficie di zucchero a velo.

Per Donatella Luccarini

Giornalista e autrice di libri e guide turistiche, ha iniziato la sua attività giornalistica a Milano per il Gruppo Rizzoli/Corriere della Sera e Condé Nast. Specializzata nel settore del turismo, enogastronomia, lifestyle, fa parte del consiglio direttivo del GIST, Gruppo Italiano Stampa Turistica, quindi conosce bene le esigenze dei viaggiatori.