Dalle architetture verdi dei muri vegetali agli orti sospesi su tetti e terrazze, ma anche nascosti sottoterra… Il verde in città è una vera scoperta.
Blanc e la rivoluzione dei giardini verticali
La storia dei muri vegetali comincia ufficialmente in Francia, con Patrick Blanc. In realtà l’idea di ricoprire edifici con muschio o piante rampicanti - l’edera, la vite rossa, … - esiste da secoli. Ma il muro vegetale come lo intendiamo oggi è nato negli anni ̔90, è stato il botanico e ricercatore francese Patrick Blanc a sperimentare e sviluppare per primo il concetto di parete vegetale. Ha creato, e continua a creare, numerosi giardini verticali in diverse città del mondo, da New York a Singapore, da Londra a Nuova Delhi, a Bangkok, ma le sue realizzazioni più famose rimangono a Parigi, a cominciare dal muro del Museo del quai Branly. Oltre all’aspetto estetico, il muro vegetale ha un doppio impatto sull’ambiente: aiuta a rinfrescare le città, può contribuire a ridurre l’inquinamento, aiutandoci a vivere in città più sostenibili, inoltre, migliora la regolazione termica degli edifici in quanto riduce la quantità di luce solare assorbita e la temperatura. E i muri vegetali sono spesso vere opere d’arte!
Gli orti urbani: l'agricoltura arriva in città
Anche in questo settore in continuo sviluppo Parigi è l’apripista. La più grande fattoria urbana del mondo aprirà infatti le porte nella primavera del 2020 nella capitale, 14.000 mq sul tetto di un padiglione al Parc des Expositions nel 15° arrondissement. Sempre quest’anno una fattoria urbana di 7.000 mq, il progetto “Mushroof”, è prevista sul tetto del centro logistico Chapelle International, un ex sito ferroviario (18° arr.).
In tutto, sono già 70 le fattorie nel cuore di Parigi e l’obiettivo è quello di avere circa 100 ettari di coltivazioni sui tetti entro quest’anno. Il progetto più spettacolare è forse l’orto sul tetto dell’Opéra Bastille, con 2.500 mq e persino un luppolo per la produzione di birra. Obiettivo? Produrre per il personale dell’Opéra e per i residenti locali, oltre che per rifornire i ristoranti della zona.
La startup Sous les Fraises gestisce due fattorie di orti, una sul tetto delle Galeries Lafayette (9° arr.), l’altra in cima al BHV Marais (4° arr.). Le Bon Marché (7° arr.) non è da meno con l’azienda Topager che coltiva cetrioli, finocchi e fragole sul tetto. Senza dimenticare l’Hotel Yooma (15° arr.) che ha aperto ai parigini i suoi 250 lotti individuali, allestiti da Peas&Love, la nuova generazione di fattorie urbane. Ma non tutto avviene sui tetti: a Nord di Parigi, un ex parcheggio è stato trasformato in una fattoria biologica sotterranea, La Caverne, 3.500 mq per 150 tonnellate di indivie e 40 tonnellate di funghi biologici. Altri luoghi aspettano di essere coltivati: nel cuore del Quartiere Latino, l’Università Panthéon-Sorbonne offre quasi 1.000 mq di spazio sul tetto ai contadini urbani e La Cité des Sciences et de l’Industrie mette a disposizione 1 ettaro del suo sito.
Parigi diventerà il più grande orto urbano di Francia? Anche questo è un modo per proteggere la biodiversità.
5 progetti speciali
All’ultimo Salone dell’Agricoltura di Parigi sono stati presentati 5 progetti speciali, nell’ambito del programma “Vegetalizziamo Parigi” che vede oltre 1.500 progetti realizzati da cittadini nei vari quartieri:
La “Serra sul Tetto”, su un edificio degli anni ̔30 in rue Sorbier, nel 20° arr., 400 mq destinati soprattutto alla coltivazione di pomodori.
Una coltivazione di luppolo su 2.150 mq Pagina 13 di muri dello stadio Louis Lumière (20° arr), gestito dal birrificio La Parisienne, che produce la tipica petite bière parigina.
Una coltivazione di fragole nell’ex cortile del Collège Flora-Tristan (20°), 2.300 mq.
Una coltivazione aeroponica di frutta e verdura, senza uso di terra e con un ridotto consumo di acqua, sui tetti del Gymnase de la Cour des Lions nell’11° arr. e del Collège Delacroix nel 16°.
Una fattoria sotto il Parc Monceau(8° arr.), in un sito dismesso della metropolitana parigina: la prima fattoria verticale sotterranea di Parigi, che fornirà ai ristoratori della capitale primizie coltivate in vasi di fibra di legno e in substrati 100% rinnovabili.
Per France.fr