Cartoline d'anniversario: Jean Giono. “Piantare” pagine come alberi, in Provenza

ProvenzaCultura e Patrimonio

Eugène Martel / Public domain
© Eugène Martel / Public domain

Tempo di lettura: 0 minPubblicato il 9 luglio 2020

50 anni fa, il 9 ottobre del 1970, moriva a Manosque, dove era nato il 30 marzo 1895, Jean Giono. Il suo mondo, reale e letterario, è tutto raccolto fra i paesaggi dell’Alta Provenza e del Delfinato, scenario dei suoi romanzi. Con un’attenzione alla natura e all’ambiente che ne fa uno scrittore “naturalmente” ecologista. Il suo racconto lungo “L’uomo che piantava gli alberi” è un’esemplare parabola sul rapporto Uomo-Natura, oggi più che mai attuale.

Manosque, il luogo della vita

Un itinerario sulle tracce di Giono comincia naturalmente a Manosque. Grosso borgo (oggi un po’ più di 20.000 abitanti) costruito su un contrafforte delle colline del Luberon orientale, dal cuore medievale, Manosque non ha nulla della Provenza da cartolina in vista del mare. Qui siamo in Alta Provenza, montagne attorno, pascoli e campi di lavanda. Suo padre, Jean-Antoine, era un ciabattino anarchico di origini piemontesi, sua madre, Pauline, francese, era una stiratrice. A Manosque una targa sulla casa natale, al n.2 di rue Torte, all’angolo con la rue Grande, ricorda l’uomo di lettere che ha “onorato la sua città natale dove ha sempre vissuto”. Già, perché il mondo di Giono comincia e finisce Manosque. Lui si definiva “un viaggiatore immobile” e nonostante abbia trascorso brevi periodi in Scozia, a Maiorca, in Italia, è qui, tra le sue colline, che vive la sua vita vera. Al 14 di rue Grande, la seconda casa di famiglia, poi al n. 8 della stessa via, dove si stabisce per un breve periodo dopo il matrimonio con Elise, nel 1930. Sul viale circolare di Manosque c’è ancora la sede del Crédit Agricole, la banca dove lavorava. Periodi di vacanza fra le montagne della vicina regione di Triéves, in piccoli villaggi come Tréminis e Lalley, in una serenità bucolica che ha ispirato diversi suoi libri.

…E Lou Paraïs, la casa della vita

E’ poco dopo il matrimonio che Giono decide di acquistare quella che sarà la casa della vita “Lou Paraïs”, dove vivrà 40 anni, fino alla morte. E dove “viaggerà” spostando in continuazione le stanze: il suo studio per esempio, che si muoverà fra un piano e l’altro, da un’ala all’altra, una location sempre diversa per scrivere le sue opere. Qui verranno a incontrarlo grandi scrittori - André Gide, Thomas Stearns Eliot, Henry Miller...- l’editore Gallimard, semplici lettori e ammiratori. Tutto ruota attorno a quella casa nella Montée des Vraies Richesses ai piedi del Mont d'Or in un’oasi di verde che domina i tetti di Manosque, il giardino, le terrazze... La presenza dello scrittore è ancora viva fra le stanze, nella biblioteca con oltre 8.000 opere, lettere, fotografie, manoscritti, fra i mobili, gli oggetti personali, le sue pipe, persino i giocattoli delle figlie Aline e Sylvie, tutto conservato con amorevole pazienza. La casa è visitabile (c’è anche una piccola sala da tè) prenotando al Centre Jean Giono, l’altro luogo-top della Manosque di Giono. Si trova in uno splendido edificio provenzale del ‘700, il primo hôtel particulier costruito fuori dalle mura della città vecchia, appartenuto al sindaco e deputato Monsieur de Raffin. Il comune di Manosque ha acquisito l’Hotel Raffin nel 1990 e ne ha fatto la sede del Centre Jean Giono, uno spazio culturale per promuovere l’opera dello scrittore. Il programma delle iniziative per il cinquantenario della morte sul sito.

Itinerari di scoperta

Il centro organizza diversi itinerari di scoperta sulle tracce di Giono, a Manosque e nei dintorni: sull’altipiano di Valensole, fra infiniti campi di lavanda. Arrivarci al tramonto vuol dire cogliere la magia notturna dei romanzi di Giono (mercoledì 22 luglio) e una bella Randonnée letteraria sulle tracce dell’Ussaro sul tetto, romanzo e film di J.P. Rappeneau, nella zona di Forcalquier (mercoledì 29 luglio, 3 ore, 12€). E’ uno dei tour più piacevoli, vediamolo da vicino.

“Il sole non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino."

Sulle tracce dell’Ussaro sul tetto

L’ussaro sul tetto è un romanzo d'avventura pubblicato nel 1951. Il protagonista, l’ufficiale degli ussari Angelo Pardi, è in fuga dal Piemonte dopo aver ucciso in duello una spia austriaca e attraversa a piedi e a cavallo l’Alta Provenza. Da Manosque a Sisteron si può percorrere così l’itinerario ‘Sulle tracce dell’ussaro’, 145 km, fra i più bei villaggi arroccati delle Alpi di Alta Provenza, passando per Banon (40 km), con le mura del ‘400, e attraversando i villaggi di Reillanne e Vachères, in direzione di Séderon. Si supera il Passo di Redortiers, dove l’Ussaro si imbatte per la prima volta nel colera. Quindi si prosegue per Ribiers (57 km), e seguendo il corso della Méouge, per Sisteron, con la suggestiva cittadella e la bella cattedrale, Aubignosc fino a Peyruis, dove l’Ussaro finisce in quarantena (un rimando di attualità in tempi di covid). Quando lascia Peyruis, un’occhiata ai resti del castello feudale, passando per La Brillanne, tutto case antiche e passaggi coperti, con i resti delle mura e della porte fortificate, e il bel villaggio di Lurs, aggrappato alla roccia, l’Ussaro – e il turista che segue le sue tracce raggiunge finalmente Manosque.

www.tourisme-manosque.fr

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