Da Parigi alle varie regioni dell'Hexagone, oggi sempre più spesso si viaggia per design, per andare a scoprire le più nuove realizzazioni di Archistar di fama internazionale che stanno cambiando il volto della Francia.
Un Architour a Parigi
Dall’Immeuble Franklin, firmato da Auguste e Gustave Perret nel 1904, fino alla Fondazione Vuitton, passando per il Centre Pompidou del 1977, Parigi ha sempre osato innovare nell’architettura. Basti pensare alla Défense, all’avveniristica risistemazione dell’ex quartiere industriale sulla Rive Gauche nel 13° arr., con la Biblioteca Nazionale ed edifici progettati da grandi nomi come Kengo Kuma, Jean Nouvel, Norman Foster, al Front de Seine del 15° arr. con una ventina di torri, all’eccezionale recupero del quartiere di Bercy, con la passerella Simone de Beauvoir... Fra le ultime imperdibili realizzazioni, il Dipartimento di Arti dell’Islam al Louvre, firmato da Mario Bellini e Rudy Ricciotti e la già citata Fondazione Vuitton con la spettacolare “nuvoladi vetro” progettata da Franck O. Gehry. ArchiTrip propone itinerari guidati - anche in italiano - alle più innovative architetture parigine del XX e XXI secolo.
Sulle tracce di Philippe Starck
È fra i più famosi designer del mondo, e i suoi oggetti, i suoi mobili, gli accessori sono un vero cult. Forse non tutti sanno che Starck continua anche il suo lavoro di architetto, di esterni e di interni. Ha curato per esempio gli allestimenti degli hotel Mama Shelter, dell’hotel Le Meurice e del Le Royal Monceau e del Caffè Stern a Parigi, senza dimenticare l’edificio Nuage a Montpellier e le cantine del Château Les Carmes Haut-Brion di Bordeaux, solo per citare le realizzazioni più recenti. L’ultimo progetto in ordine di tempo, che sarà ultimato nel 2018, a Metz, in Lorena, vicino al Centre Pompidou-Metz, è un hotel davvero speciale: un edificio dall’architettura monolitica e monocromatica, 12 piani e una terrazza su cui sorgerà una villa in stile lorenesedell’Ottocento. Il passato sopra al futuro, in una soluzione surrealista e poetica…
Turismo del vino e design a Château La Coste
Si possono mettere insieme vino, arte e architettura? A Château La Coste, nel cuore della Provenza, si direbbe proprio di sì. Immerso fra vigneti e colline di ulivi, poco lontano da Aixen-Provence, il domaine ospita installazioni di grandi artisti e architetti, da Frank O. Gehry ad Andy Goldsworthy, Alexander Calder. Tadao Andō, archistar giapponese, ha realizzato qui un Centro d’Arte che è una sintesi perfetta di luce e spazio nella natura e Jean Nouvel haprogettato le nuove avveniristiche cantine di invecchiamento dove nascono i celebrati vini biodinamici. E proprio quest’anno, aprirà Villa La Coste, un bio-hotel 5 stelle per fare di questo domaine-museo un posto davvero unico.
Fuori dal tempo
Non solo contemporaneità negli archi-tourfrancesi: uno degli edifici più curiosi, consideratouna referenza mondiale dell’Art Brut, sitrova a Hauterives. È il Palazzo Ideale del postinoFerdinand Cheval, una specie di castelloincantato di sassi e calce, realizzato in 33 annidi paziente lavoro, dal 1879 al 1912, e dichiaratomonumento storico nel 1969 e celebratoda grandi artisti come André Breton, Picasso,Tinguely, Max Ernst, Niki de Saint Phalle.
Fra le architetture di Le Corbusier
La Francia ha proposto 17 opere di Le Corbusier al Patrimonio Mondiale dell’Unesco e la risposta arriverà proprio in questo 2016. Dalla città ideale di Chandigarh in India a Firminy, l’altra città-modello, a due passi da Saint-Étienne, in Rodano-Alpi, l’opera di Le Corbusier spazia per 6 Paesi e 3 continenti, ma è in Francia che si trova la maggior parte delle sue opere. Un Corbu-tour può cominciare dall’icona, la Cité Radieuse diMarsiglia, poi Villa Savoye a Poissy, vicino a Parigi, e nella capitale la Maison Roche-Jeanneret e l’Immeuble Molitor, quindi il convento di La Tourette a Éveux e la Cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp, in Franca Contea, senza dimenticare il cabanon di Roquebrune-Cap-Martin e il complesso di Firminy.È la terza volta che l’opera di Corbù tenta di entrare nel Patrimonio dell’Umanità: che questa sia finalmente la volta buona?
Saint-Étienne cambia il design
Capitale francese del design, dichiarata città creativa dall’Unesco, Saint-Étienne è stata ufficialmente invitata a rappresentare la Francia alla XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, inaugurata il 2 aprile e che durerà fino al 12 settembre. Articolato in tre sezioni, lo spazio espositivo di Saint-Étienne mostra come la città abbia fatto del proprio territorio un laboratorio a cielo aperto, sotto l’impulso della Cité del Design;propone anticipazioni dei temi affrontati dalla 10a Biennale Internazionale del Design che si terrà nel 2017 e sarà dedicata ai cambiamenti del lavoro, epresenta la mostra "Fukushima MON AMOUR" curata dagli studenti dell’ESADSE, la Scuola Superiore di Arte e Design di Saint-Étienne, una riflessionesulla catastrofe nucleare di Fukushima e le sue conseguenze.
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